Un luogo pieno di ombre. Così Antonio Marras ha definito il Forte Malatesta, abitato da memorie simboliche e fisiche, presenze che legano la figura dell’eretico medioevale Cecco d’Ascoli-ricordato dalla scultura all’ingresso dell’edificio - con la vita reclusa e sofferente dei prigionieri del carcere , che per più di un secolo (dal 1828 al 1978) hanno proiettato in questi ambienti desideri, speranze, ricordi e paure nei diversi ambienti .
Spazi che Marras ha interpretato con un percorso immersivo che attraversa un intero piano del Forte, dalle celle al cortile fino allo spazio monumentale della chiesa della Madonna del Lago, ideale punto di arrivo del percorso .
Con l’idea di provocare nel visitatore stupore e meraviglia, in una serie di prospettive e colpi di scena , la mostra Vedere per Credere testimonia la capacità visionaria dell’artista, che ha inserito nell’itinerario oggetti e manufatti provenienti da una chiesa di Arquata distrutta dal sisma del 2016 , in un dialogo incandescente con disegni, sculture, ceramiche e installazioni realizzate da Marras. Un confronto che si basa sul concetto di trasformazione della materia, ferita, squarciata, stravolta per assumere connotati nuovi e diversi.
Così l’intero Forte si trasforma in una sorta di “macchina del tempo” sospesa tra passato e presente, grazie ad una mostra in grado di svelare le anime stratificate che hanno caratterizzato l’edificio nelle fasi della sua storia complessa . Nicchie e inferriate, celle e dormitori, affreschi e segrete diventano elementi protagonisti di una grande messa in scena, uno spettacolo di luci ed ombre, assenze e presenze, spiriti e materie che interpretano il genius loci del Forte , riattivando la potenza delle sue energie sopite, secondo la metodologia di Spazio Taverna.
Grazie ad Antonio Marras per la sua forza visionaria, che ha saputo raccogliere questa sfida e trasformare il Forte in uno spazio altro, un luogo dove viene reinterpretata in maniera esperienziale la storia di ieri e di oggi.
Spazio Taverna