La rivoluzione siamo noi. Arte in Italia 1967-1977
Nell’ambito del format espositivo CAMERA DOPPIA, CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia presenta La rivoluzione siamo noi. Arte in Italia 1967-1977, curata da Ludovico Pratesi eorganizzata e promossa da Archivio Luce Cinecittà in collaborazione con CAMERA, una mostra che si propone di raccontare l’evoluzione dell’arte in Italia dal 1967 al 1977, attraverso una ricca documentazione fotografica realizzata da fotografi del calibro di Claudio Abate, Mimmo Jodice, Paolo Pellion, Paolo Mussat Sartor offrendo uno sguardo diretto e partecipato su eventi che hanno ridefinito i canoni dell’arte contemporanea internazionale.
In questo periodo, sulla spinta delle contestazioni del ’68, l’arte esce dalle gallerie e dai musei per entrare a contatto con la vita quotidiana, spesso con opere strettamente collegate ai profondi cambiamenti sociali e politici in atto, che si concretizzano anche nelle continue e sempre più frequenti contaminazioni con il teatro, il cinema, la letteratura e la poesia.
Artisti come Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Alighiero Boetti e Jannis Kounellis sperimentano nuovi linguaggi come performance, installazioni e happening, in relazione con la scena internazionale. L’arte esce dalla cornice del quadro per invadere il mondo, entrare nelle strade e nelle piazze, nei garage e nei parcheggi sotterranei, in un incredibile intreccio con la realtà e la vita quotidiana, sia individuale che collettiva, dell’epoca. I galleristi e i critici italiani aprono le porte agli artisti internazionali più estremi, come Joseph Beuys, Hermann Nitsch, Marina Abramovic, che trovano nel nostro paese occasioni di sperimentare linguaggi visionari e provocatori con grande libertà.
In questo frangente storico la fotografia diventa indispensabile per raccontare e documentare pratiche altrimenti effimere. Attraverso 150 immagini provenienti dagli archivi delle gallerie e dei fotografi che parteciparono a questi eventi, ritraendo mostre, performance, dibattiti e azioni, la mostra racconta l’evoluzione di una scena internazionale che vede l’Italia al centro della cultura artistica del tempo. Paolo Mussat Sartor e Paolo Pellion raccontano l’avventura dell’Arte Povera a Torino, nelle gallerie Sperone, Tucci Russo e Christian Stein. Claudio Abate documenta la scena artistica della capitale, con le mostre e le azioni alla galleria L’Attico e le rassegne Vitalità del Negativo del 1971 e Contemporanea, allestita nel parcheggio sotterraneo di Villa Borghese nel 1973, con la partecipazione di artisti internazionali europei e americani, da George Segal a Robert Rauschenberg, da Ben Vautier a Christo. A Napoli – dove agisce uno dei maggiori fotografi italiani della seconda metà del secolo, Mimmo Jodice, presente in mostra – la Modern Art Agency di Lucio Amelio ospita le performance dell’artista sciamano Joseph Beuys, mentre lo Studio Morra propone le performance di Marina Abramovic ed Hermann Nitsch, giocate sul rapporto tra corpo, violenza e sacrificio. Un percorso per immagini attraverso tre città italiane aperte all’avanguardia, che scandiscono il ritmo del percorso di mostra, attraverso fotografie in grado di farci scoprire e capire il grande fermento culturale di questi anni.
L’esposizione segue l’uscita di La rivoluzione siamo noi. Arte in Italia 1967-1977, il documentario di Ilaria Freccia da un’idea di Ludovico Pratesi, prodotto dall’Istituto Luce-Cinecittà.
Ad accompagnare la mostra, un volume in co-edizione Luce Archivio\Marsilio Arte.