Leggerezza e gravità: 1.500 chili di coriandoli affiancati a corpi in marmo massiccio. L'artista di fama internazionale Lara Favaretto entra nel Glyptotek per presentare la sua prima mostra personale in Danimarca.
Negli ultimi anni l'artista italiana Lara Favaretto ha fortemente impressionato la scena artistica internazionale con installazioni site specific che combinano il monumentale con l'effimero.
Noi tutti cadiamo
L'installazione We all fall down (2012) consiste in una stanza con cornice di vetro in cui quattro ventilatori industriali soffiano lentamente intorno a un'enorme quantità di coriandoli colorati, provocando un movimento lento. Le vaste dune di coriandoli cambiano costantemente, come un paesaggio o come le reliquie di una festa. Un viaggio meditativo e visivo senza inizio e senza fine; uno in cui Favaretto invita tutti gli spettatori a sospendere il tempo mentre si perdono davanti a milioni di piccoli pezzi di carta da ballo.
L'installazione ha preso posizione tra la magnifica collezione di sculture di Glyptotek. Il paesaggio ondulato dei coriandoli appare fianco a fianco con corpi umani creati in marmo, granito e bronzo; corpi la cui forte presenza fisica riempie con insistenza gli spazi che occupano. In contrasto con tale solidità, i fiocchi di carta verde di Favaretto sfarfallano e svolazzano all'interno del loro spazio costruito senza alcun senso di direzione. Il monumento è stato sovvertito, cortocircuitato, e il processo artistico di creazione è recitato in tempo reale davanti agli occhi dello spettatore, sia pure automaticamente e con un deciso tocco umoristico.
A proposito di Lara Favaretto
Lara Favaretto (nata nel 1973) vive e lavora a Torino. Si è laureata all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Le sue opere sono presenti in molte collezioni e musei in Danimarca e all'estero, e ha già esposto i suoi lavori presso prestigiose istituzioni come Museum of Contemporary Art, Los Angeles (2005), così come alla 53a Biennale di Venezia (2009), MoMA PS1 (2012) e Documenta 13 (2012).
La mostra è curata da Ludovico Pratesi e Line Clausen Pedersen in collaborazione con la Galleria Franco Noero.