Giovanna Lysy

Giovanna Lysy Memorie di luce

Venerdì 23 marzo alle ore 18,30 si inaugura la mostra personale dell’artista Giovanna Lysy , nella suggestiva cornice della chiesa di Santa Maria dei Servi a Città della Pieve.

La mostra, presentata da Ludovico Pratesi, riunisce una serie di lavori realizzati negli ultimi dieci anni dall’artista, che dialogano con lo spazio barocco della chiesa , caratterizzato dal coro ligneo e dall’armadio di sacrestia, realizzati entrambi nel 1628 da Giuseppe di Francesco Bendini di Montepulciano, oltre alla Deposizione della Croce, affresco attribuito al Perugino e datato 1517.

All’interno di questo prezioso ambiente Giovanna Lysy ha collocato le sue sculture luminose, che si relazionano con stucchi e affreschi in maniera silenziosa e puntuale, in un sottile gioco di rimandi tra simboli, forme e materiali.

“Ogni opera nasce da un’esigenza espressiva -scrive Ludovico Pratesi-  corrisponde ad un’urgenza precisa che si fa forma e luce : Stalattite ci comunica la violenza del pubblico nel privato, Tracks è la traccia del trattore nei campi arati a rappresentare la volontà dell’uomo di piegare la natura ai propri scopi attraverso un’attività paziente e tenace, mentre la zattera (Vela) è un’immagine simbolica che ci ricorda la solitudine dell’individuo nell’era digitale , l’impegno di ridurre le proprie esigenze al minimo pur di sopravvivere”.

“ Il tema delle radici visto come movimento continuo di popolazioni alla ricerca di stabilità - aggiunge  l’artista- o inteso come ricerca individuale della propria storia, ma soprattutto per scavare sotto lo strato di superficialità creato dal vorticare impetuoso della terra, ci propone non solo una tematica attuale, ma soprattutto, con l’aiuto della luce notturna ci permette di ritrovare e rivivere quell’emozione ormai dimenticata tipica dell’infanzia, in cui magia e realtà non hanno confine”.

Brevi note biografiche
Giovanna Lysy è nata a Roma ma ha vissuto molto tempo nella casa di famiglia, la villa La Foce nel cuore della Val d’Orcia, dove vivevano i suoi nonni materni, Antonio e Iris Origo. La casa, il giardino realizzato dall’architetto inglese Cecil Pinsent, la campagna e il paesaggio hanno contribuito a formare la sua coscienza d’artista.