Alfredo Pirri

Alfredo Pirri I pesci non portano fucili Macro Testaccio

Il MACRO è lieto di presentare la prima antologica di Alfredo Pirri, curata da Benedetta Carpi De Resmini e Ludovico Pratesi. La mostra, allestita nel Padiglione B di MACRO Testaccio, rappresenta il momento conclusivo  del progetto corale I pesci non portano fucili (un viaggio all’interno dell’opera, del pensiero e della ricerca dell’artista) che si è inaugurato nel novembre 2016 con la mostra RWD / FWD a cura di Ilaria Gianni, presso  la NOMAS Foundation a Roma.  Il titolo è stato scelto dall’artista in omaggio all’opera The Divine Invasion di Philip K. Dick (1981), in cui l’autore immagina una società disarmata e fluida come il mare aperto dentro il quale immergersi e riemergere dando forma ad avvenimenti multiformi. Il progetto viene proposto come un nuovo possibile modello di rete culturale fortemente sostenuto da Pirri, dove ogni istituzione coinvolta è   autonoma ma in dialogo con le altre.
Alfredo Pirri ha sperimentato negli anni molteplici linguaggi espressivi, quali la pittura, la scultura, il video e la performance. Ma è soprattutto la sua concezione del rapporto spazio – temporale, mediato dal lavoro che genera l’opera, che si presenta allo spettatore come una palingenesi: una nuova visione della realtà e della città. Lo spazio architettonico si trasforma così in supporto-tela su cui Pirri “dipinge” vuoti e pieni, luci e ombre, in una meditata metamorfosi che ne esalta i valori cromatici , concettuali e simbolici.
La mostra intende riunire le opere più importanti e significative realizzate dall’artista nel corso della sua carriera dagli anni ‘80 ad oggi, sottolineando l’alternarsi ritmico di fluidità e fissità, dove i repentini mutamenti di tecnica diventano allegoria di un tempo mentale, scandito dagli elementi che da sempre contraddistinguono la ricerca dell’artista: lo spazio, il colore e la luce.
Come la natura dell’accordo musicale ha una natura sincronica che risiede nella sovrapposizione istantanea di note, così il percorso espositivo si configura sull’immagine simbolica della città, ripercorrendo contestualmente, ma non cronologicamente, le grandi tematiche dell’opera di Pirri. Ogni opera presentata sfugge ad un’interpretazione filologica e diacronica per arrivare a costruire un simposio sulla grande mappa concettuale che sottende la creazione artistica.
La mostra si snoda attraverso un percorso articolato, in cui il tema della città, intesa non solo come agglomerato urbano ma come spazio aperto, luogo di condivisione e di incontro, è declinato in varie sfaccettature e qui diviso in due sezioni principali. Apre la mostra l’opera che l’artista ha realizzato nei mesi di ricerca all’interno del laboratorio allestito alla Nomas Foundation: Quello che avanza (2017) prosecuzione dello studio sulla luce e il colore che caratterizza il lavoro di Pirri.
Tra le opere selezionate: Gas (1990), lavoro che combina elementi concettuali e minimalisti, capace già nel titolo, di evocare una materia invisibile che attraversa e riempie lo spazio circostante; le Squadre plastiche (1987-88), con la loro immobilità di testimoni mute e contemporaneamente la loro pittura che si riverbera sulla parete come energia viva; Verso N (2003), installazione in cui i frammenti costruiscono un orizzonte immaginario, un paesaggio spirituale attraversato da fasci di luce che si irradiano nello spazio riflettendo i colori della pittura; La stanza di Penna (1999), costituita da copertine di libro disposte in modo da creare uno skyline urbano, paesaggio bagnato da una luce diffusa che ricorda i colori del tramonto.  A fare da raccordo tra le due sezioni l’opera Passi , un’installazione site specific che assume la valenza di una soglia che apre la visione.
A corredo dell’intero progetto sarà pubblicato un catalogo edito da Quodlibet con testi inediti di: Benedetta Carpi De Resmini, Maria Vittoria Marini Clarelli, Ilaria Gianni, Ludovico Pratesi, Paola Tognon, Stefano Velotti e una conversazione tra Hou Hanru e Alfredo Pirri,

BIOGRAFIA:
Alfredo Pirri è nato a Cosenza nel 1957. Vive e lavora a Roma ormai da molti anni. Il suo lavoro spazia tra pittura, scultura, lavori su carta e opere ambientali. Il suo linguaggio palesa una continua attenzione allo spazio, alla superficie, al colore, creando dei veri e propri ambienti di luce. Ogni opera diventa un luogo spaziale, emozionale e temporale, dove l'osservatore ha la possibilità di entrare per immergersi in esperienze cromatiche che lo destabilizzano e lo disorientano. Ne è un esempio la sua installazione site specific Passi, costituita da pavimenti di specchi che si frantumano sotto i passi dell'artista e/o dell'osservatore, creando narrazioni deformate che promuovono un dialogo dialettico con lo spazio circostante, la sua natura e la sua storia. Collabora con architetti per la realizzazione di progetti multidisciplinari, in cui arte e architettura dialogano in modo armonico. Tra le sue mostre personali ricordiamo: Cure, Aperto ’88, Biennale di Venezia, 1988; Gas, Studio per l’Arte Contemporanea Tucci Russo, Torino; Colorea, Galleria Benet Costa, Barcellona, 1990; progetto Volume!, Fondazione Volume! Roma, 1997; La stanza di Penna, Palazzo delle Papesse, Siena, 1999; Via d’ombra, Villa Medici, Roma, 2000; Fare e rifare, Galleria Oredaria, Roma, 2004; Incontri d’Armonia, Tenuta Dello Scompiglio, Vorno, Lucca, 2009; Misura Ambiente, Galleria de’ Foscherari, Bologna, All’Orizzonte, Eduardo Secci gallery, Firenze (2015), Kindertotenlieder, galleria Il Ponte, Firenze, 2016. La sua installazione Passi è stata accolta da numerosi musei e spazi espositivi nazionali e internazionali, tra cui: Ex Centrale Daste e Spalenga, Contemporary Locus 10, Bergamo (2016), Museo Novecento, Firenze (2015) Palazzo Te, Mantova (2013), Project Biennial D-0 ARK Underground, Konjic, Bosnia Herzegovina (2013), Castello Svevo, Bari (2013), Museo dell’Accademia, Firenze (2012), Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma (2011), Palazzo Ducale, Martina Franca (2011), Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro (2007), Foro di Cesare (2007), Museo Arcos, Benevento (2007), Museo Marino Marini, Firenze (2006), Villa Guastavillani, Bologna (2005), . Ha partecipato al restauro del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, con l'opera permanente Piazza (2011). Tra le mostre collettive più importanti ricordiamo: Un été italien, Maison Européenne de la Photographie, Parigi (2006); Biennale dell'Avana (2001); La Ville / Le Jar- din / La Mémoire, Accademia di Francia a Roma -Villa Medici (2000); Minimalia, MoMa PS1, New York (1999); Korrespondenzen, Walter Gropius Bau, Berlino (1992); Biennale d'Arte di Venezia (1988).